28/04/14

The Amazing Spider-man 2 – il potere di Electro / recensione



Dopo un primo episodio non esattamente all’altezza delle aspettative, il regista Marc Webb ci crede un po’ di più e con lui fanno i costumisti, gli attori, gli spettatori e i produttori di pollo e di piatti pronti. 
Olè...

Se pure sul filo del rasoio, la trama raggiunge un buon equilibrio tra action e megaeffettoni, spy e comedy, romance e drama. Peter Parker acquista finalmente una terza dimensione e non solo per il 3D. Il passato che pesa sulle sue spalle e condiziona il presente, il senso di colpa per una promessa mancata, i conflitti e le sue insicurezze danno uno spessore diverso alla pellicola che si preannunciava, per quanto mi riguarda (e considerato il primo capitolo) in una amazing cazzatona. I toni non sono certo quelli de Il Cavaliere Oscuro ma anche se leggeri sono funzionali e azzeccatissimi nelle parti di commedia romantica. 
Non a caso Webb prima di Spider-man aveva fatto 500 days of summer.



Che amiate il genere o no, è una commedia da vedere. 
“Ma come?” direte. “Io voglio vedere L’Uomo Ragno che si arrampica sui grattacieli e spara le ragnatele ai cattivi!”. C’è pure quello, in abbondanza e fatto stra-bene. Ma se si tolgono le parti dove Jamie Foxx imita le murene il film sta in piedi lo stesso. È un altro film, ma come commedia romantica regge. Della serie: Spider-man senza Spider-man e le botte coi cattivi non è poi così male. 
Certo, ogni tanto partono delle supercazzole narrative come quando zia May decide di dire tutta la verità sul padre di Peter dopo una scenona sofferta: “Tuo padre è stato accusato ingiustamente”. Mi carichi di aspettative, alimenti il mistero e dopo due film mi dai questa risposta? Evabbè, passabili (le supercazzole narrative) visto il risultato complessivo. 
Se invece uscite dalla sala delusi potete sempre rifarvi con le crocchette di pollo di Spider-man, che saranno sicuramente buonissime. 

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