18/02/14

Doctor Sleep di Stephen King - recensione



Daniel Torrance non ce l’ha fatta a sopportare i tormenti che gli dava quella maledetta luccicanza e così, per spegnere tutte quelle voci nella testa è diventato un alcolizzato, proprio come suo padre. Nel frattempo mentre gli anni passano e il piccolo Danny cresce affrontando la sua ombra, veniamo trascinati dentro altre storie, come quella di Abra Stone, una ragazzina nata con il dono dello shining ma molto, molto più potente di quello di Dan. E nelle storie dei membri del Vero Nodo: un branco di nomadi ultracentenari che viaggiano su immensi e tecnologici camper e si nutrono dell’energia vitale delle persone, il “vapore” lo chiamano. Esseri dalle sembianze umane ma che di umano non hanno nulla...

Come è facile immaginare, queste storie si intrecciano e si incontrano dando vita alla trama principale di Doctor Sleep. Kinghiana al 100%, che fa il suo sporco dovere nei momenti in cui si trascende il piano del reale per avventurarsi in una dimensione altra, invisibile agli occhi di noi comuni mortali ma ben chiara allo zio Steve. In questo, come sappiamo, King è un maestro: portarci, anzi, trasportarci in mondi che sono molto vicini al nostro ma che sono fatti di un’altra materia, di un’altra sostanza. A volte lo fa lentamente, concedendosi magari centinaia di pagine prima di farci entrare in un’altra dimensione. Altre invece, come in Doctor Sleep, lo fa da subito, senza però ‘rovinare’ il gusto della scoperta. 
King ormai è così consapevole e padrone della tecnica narrativa che è in grado di creare intrecci perfetti partendo da due o tre ‘piccole’ premesse e trasformarle poi in grandi avventure. Per non parlare dei personaggi, anche questi da sempre punto forte della sua produzione letteraria, capaci di raccontare come siamo fatti noi, nel bene e nel male, e scusate se è poco.
Sì. Doctor Sleep è da leggere, dimenticandosi però di Shining. Posso anche credere che King ha rimuginato tanto su Danny, su quello che gli sarebbe potuto succedere dopo l’Overlook. Ma una cosa è continuare una storia, un’altra prendere in prestito uno dei protagonisti e metterlo dentro un contenitore diverso. Così si fa solo confusione. Se proprio lo si vuole considerare come il secondo capitolo di Shining allora si può dire che Doctor Sleep parla (tra le tante) della capacità che hanno rari esseri umani, come Danny o Abra, di sentire il passato e vedere quello che il mondo ci nasconde, ma che esiste. Parla di capacità extrasensoriali. Di un dono e di una maledizione. Parla di un grande potere e per dirla alla Spiderman, di grandi responsabilità. Insomma, Doctor Sleep parla sicuramente dello shining. E lo fa alla grande. Ma non è il sequel di Shining. Al massimo uno spin off. 

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