09/01/15

La Nave di Teseo (JJ Abrams - Doug Dorst) - recensione


Jen ed Eric (studentessa prossima alla laurea lei, ex studente lui) si conoscono grazie a un vecchio e misterioso libro nascosto tra gli scaffali della biblioteca dell'università. Si tratta de La Nave di Teseo di un certo V.M. Straka, immaginario (per noi lettori) autore su cui ruota tutto il progetto ideato da JJ Abrams e scritto da Doug Dorst. 
Prima di spendere due parole su questo libro mi sono ricordato di una breve conferenza che Abrams ha tenuto per TED nel 2007. Qui spiegava, o tentava di spiegare, come funzionava il suo processo creativo nel concepire e ideare storie portando come esempio la "scatola dei misteri" comprata in un negozio di magia a New York quando era ancora un bambino. Date un occhio QUI

In questa scatola, reale e simbolica, c'è il concept di qualsiasi cosa Abrams abbia fatto. E cioè, che il mistero è più importante della conoscenza. 

La Nave di Teseo non fa eccezione. Anzi, rappresenta la filosofia di Abrams all'ennesima potenza perché è un libro fittizio ma che ci illudiamo sia reale. Infatti ogni particolare per creare l'illusione di avere tra le mani il testo su cui Jen ed Eric appuntano le loro ricerche (e la loro storia), è studiato nei minimi dettagli. Le pagine stesse sono concepite come dei lavori grafici, e tra cartoline, fazzoletti, stralci di giornale, fogli scritti a mano, i gadget si sprecano. L'oggetto libro è dunque quella "scatola dei misteri" che racchiude i giochi di magia. 

Ma, oltre ai gadget, quali sono, sostanzialmente, questi giochi? 
La storia scritta da Straka. Quella del traduttore F.X. Caldeira. Quella della S., collettivo/organizzazione segreta sovversiva passata e presente. Quella di Jen e quella tra Jen ed Eric. Quella del prof. Moody. E poi un'infinità di codici, ipotesi, enigmi e rompicapo che manco la settimana enigmistica e il sudoku. 

Su internet girano tutta una serie di decriptazioni, spiegazioni e ipotetiche soluzioni: QUI

Ma tranquilli, il libro è fruibile anche senza dover diventare per forza il mago Silvan o il piccolo alchimista. Ci sono un sacco di suggestioni potenti e le storie si seguono a patto che dedichiate il giusto tempo e la giusta attenzione, scordandovi di leggerlo in autobus o sotto l'ombrellone. 
E tenendo ben presente che Abrams, quella scatola dei misteri che ha comprato da ragazzino, non l'ha ancora aperta.

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