26/09/15

Inside Out - recensione


Le emozioni principali - gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto - costituiscono e regolano la nostra personalità e nessuna può coesistere senza l’altra. Questo il concept in soldoni di Inside Out, ultimo colossale successo della Pixar. L’animazione si trasforma in un bel viaggio dentro l’essere umano e (noi spettatori) avremo il privilegio di visitare le sue "backdoor" psichiche ed emotive. 


Certo che è un bel viaggio! È un viaggio fantastico! Quando mi hanno proposto la parte nel film sono stata entusiasta! Anzi entusiastissima! Perché la vita è bellissima! E bisogna essere positivi! Andate a vedere questo film vi metterà una gioia incontenibile di vivere!


Io, in realtà, non sapevo se accettare o meno il ruolo. Non ne sono capace, dicono che sia andata bene, ma io penso che me l’hanno detto per pietà. Tutto quello che mi riesce è starmene a osservare gli eventi e pensare a come possono essere peggio di così. Se vi consiglio di andare a vedere il film? Non lo so, bisogna uscire di casa. E a me non piace uscire. Io... c’è troppa gente al cinema.


Basta che depressione! Certo che bisogna andarlo a vedere. C’è troppa gente al cinema, certo, ma se ti danno fastidio mentre ciancicano i loro pop corn ti alzi e gli molli un ceffone. Se arriva la sicurezza molli un ceffone pure a loro. Molli un ceffone a tutti. Quando mi hanno proposto il ruolo stavo per mollare pure un ceffone a John Lasseter. Fan***o Ca**o


E se poi mentre esci di casa per andare al cinema ti prende un raffreddore? È cambiata l’aria questi giorni, e col freddo arrivano anche le malattie e poi i cinema sono pieni di... germi! Oddio, magari c’è qualcuno con un virus sconosciuto e potrebbe contaminare tutti con qualche strana patologia virale. No non andate! Potreste morire!


Io be’, non ho dovuto mica recitare in questo film. Io non recito mai. Sono quello che sono, e sono perfetta così. Sono gli altri a essere sbagliati. Se dovete andarlo a vedere? Sì, ma cercate di procurarvi un pass per una sala vip, soli. La gente emana sgradevoli olezzi, il più delle volte. 


Ciao io sono Bing Bong l’amico immaginario di Riley, la protagonista. Se mi guardate attentamente vedrete i mei occhi vorticare e vi trasporteranno nel sommergibile giallo mentre lo stregatto vi canta al contrario quel motivetto che fa...

Ok, quest’ultimo è una mia personale interpretazione e la mia parte preferita (ognuno ha i suoi punti deboli). La parte più acida e meno rassicurante del film è proprio l’amico immaginario di Riley, un animale indefinibile che è più vicino alla rappresentazione della schizofrenia che non alla parte giocosa della ragazzina. E questo la Disney lo sa fare bene. 

Insomma sì, come hanno sobriamente detto i protagonisti nei loro brevi interventi, questo è un film da vedere. Andrete nei pensieri astratti, nei sogni, nell’inconscio. Mica poca roba per un cartone. 

Unica nota, se mi si permette. La parte sfacciatamente Disney sui valori della famiglia, dell’amicizia, dell’onestà. Lo so che è un film per famiglie, quindi è giusto. Ma il modo in cui la morale ultra conservatrice è stata messa in scena è troppo Disney e troppo poco Pixar (vedi l’imbarazzante e nauseabondo corto iniziale: Lava). Per questo Monster & Co. rimane il loro assoluto e inarrivabile capolavoro. 


Ah, e ovviamente, il gatto nei titoli di coda. 

2 commenti:

  1. secondo me invece bingbong è proprio il top del film, forse proprio perché acida e meno rassicurante (oserei dire quasi anarchica)

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  2. anch'io ho detto che è la mia parte preferita ;-)

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